Bollette di luce e gas troppo alte? Ecco cosa si può fare alla luce della nuova sentenza della Corte di Cassazione.
Il tema delle bollette è sempre fonte di preoccupazione. Tutti ricordiamo molto bene i prezzi alle stelle delle bollette, con i prezzi esplosi soprattutto in occasione del conflitto russo-ucraino. Il caro bollette ancora agita il sonno degli italiani. Ma cosa fare quando la bolletta è esageratamente alta al punto da far pensare a un problema col contatore?
Nel caso in cui contestassimo la bolletta a chi spetterebbe l’onere della prova? È il consumatore o la società fornitrice a dover dimostrare che il contatore funziona male o bene? Inutile dire che la cosa non è indifferente. Una recente sentenza della Cassazione ha fatto chiarezza su questo punto.
Gli ermellini sono stati chiamati a giudicare il caso di una ditta che si era vista recapitare una bolletta della luce davvero spropositata. L’azienda ha dunque contestato la bolletta. Ecco cosa hanno stabilito i giudici della Suprema Corte e chi deve dimostrare che il contatore funziona correttamente.
La Cassazione, come anticipato, ha emesso un’importante sentenza sulle bollette troppo alte. Tutto è partito dalla contestazione di un’azienda che aveva ricevuto una bolletta elettrica decuplicata rispetto a quanto atteso in base ai normali consumi. L’azienda ha contestato la bolletta 10 volte più cara del solito e la vicenda è finita davanti al giudice.
In primo grado il giudice ha condannato la società fornitrice chiamandola a risarcire l’azienda – nel frattempo passata a un altro fornitore. In appello però la sentenza di primo grado è stata rovesciata. L’imprenditore, condannato a pagare la bolletta esageratamente alta, si è così appellato alla Cassazione che lo scorso 24 settembre si è pronunciata.
Bene, con la sentenza 25542/2024 emanata della Corte di Cassazione in terza sezione civile i giudici hanno stabilito che quando gli addebiti delle bollette – di luce o gas – sono troppo elevati spetta alla società fornitrice dimostrare che il contatore funziona a dovere. Insomma, se i consumi sono davvero eccessivi è il fornitore a dover dimostrare il corretto funzionamento del contatore e, dunque, la correttezza dell’importo addebitato.
L’utente dovrà naturalmente dimostrare l’ammontare dei consumi riferito al periodo di fornitura contestato. E quando effettivamente emergerà che la disparità rispetto alle fatture precedenti è effettivamente ingiustificata e eccessiva, allora il giudice potrà decidere di annullare o meno la bolletta.
Sarà come detto la società fornitrice a dover dimostrare che il contatore funziona e la correttezza della rilevazione. Chiaramente il cliente non sarà esente da ogni onere. Da pare sua dovrà dimostrare che gli elevati consumi che contesta non derivano da qualche suo comportamento scorretto o negligente.
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