Password di Facebook e Instagram violate: se non controlli rischi furto di foto e dati

Sono in tantissimi a rischiare degli attacchi informatici dei loro account social e nemmeno lo sanno. Cosa fare per abbassare sensibilmente ogni rischio.

Meta, la società madre di Facebook e Instagram, si trova al centro di una controversia significativa riguardante la sicurezza dei dati degli utenti. La Commissione per la Protezione dei Dati irlandese (DPC) ha inflitto un’ammenda di 91 milioni di euro a causa di gravi lacune nella gestione delle password degli utenti, risalenti a un incidente avvenuto nel marzo 2019. Questo evento ha sollevato interrogativi cruciali sulla responsabilità delle grandi aziende tecnologiche nella protezione delle informazioni personali.

La DPC ha avviato un’indagine dopo che Meta ha rivelato che centinaia di milioni di password non erano state adeguatamente crittografate, rendendole accessibili a dipendenti della compagnia. Questo tipo di esposizione rappresenta una grave violazione delle normative europee sulla protezione dei dati, in particolare del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR). La mancanza di misure di sicurezza adeguate ha portato a questa sanzione, evidenziando la responsabilità delle aziende di garantire la sicurezza delle informazioni sensibili.

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Meta multata per grosse falle su Facebook ed Instagram (tuttogratis.com)

La multa di 91 milioni di euro non è solo una penalità finanziaria, ma un monito per tutte le aziende che operano nel settore della tecnologia e dei social media. La DPC ha sottolineato che Meta non ha notificato in maniera tempestiva la violazione del sistema, un obbligo fondamentale previsto dal GDPR. Questa omissione ha aggravato la situazione, mettendo in luce la necessità di una maggiore trasparenza nelle pratiche aziendali riguardanti la sicurezza dei dati. Ed ovviamente a farne le spese sono anche e soprattutto gli utenti coinvolti. Il non potere contare su delle protezioni sicure come invece si pensava ha comportato delle violazioni di dati molto gravi.

Il brutto precedente di Facabook del 2018, il caso Cambridge Analytica

La sentenza emessa dagli organi preposti gioca soprattutto su di un aspetto. E cioè che gli utenti si aspettano che le loro informazioni siano trattate con la massima attenzione e rispetto. Le aziende come Meta devono implementare politiche di sicurezza robuste e trasparenti, non solo per evitare sanzioni, ma anche per mantenere la fiducia dei loro iscritti.

Per gli utenti, la situazione solleva preoccupazioni significative. A questo punto è lecito pensare che non si è mai veramente al sicuro sul web. La consapevolezza di come vengono gestite le informazioni personali è fondamentale, e se la fiducia viene meno su questo aspetto, allora il rapporto rischia di essere compromesso in maniera definitiva.

Meta multata per avere messo a rischio la sicurezza informatica di tantissimi account
Tastiera di un pc (tuttogratis.com)

La trasparenza dovrebbe essere una priorità, ma poi vengono alla mente altre situazioni decisamente controverse, che tra l’altro riguardano ancora Facebook e Meta. Era il 2018 quando la società di analisi di dati britannica, Cambridge Analytica, raccolse senza consenso alcuno i dati di 87 milioni di account per fare della propaganda politica in favore dei Repubblicani e di quell’area politica. Per quello che rappresentò uno degli scandali più gravi del millennio. A scanso di equivoci, la cosa migliore da fare è cambiare spesso le password dei tuoi account, anche ogni pochi giorni. Ed inserire più fattori di verifica all’accesso.

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